Mindfulness

Mindfulness è una parola inglese che vuol dire consapevolezza ma in un senso particolare. Non è facile descriverlo a parole perché si riferisce prima di tutto a un’esperienza diretta. Tra le possibili descrizioni è diventata “classica” quella di Jon Kabat-Zinn, uno dei pionieri di questo approccio. “Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare:a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. Si può descriverla anche come  un modo per coltivare una più piena presenza all’esperienza del momento, al qui e ora.

Ma in cosa consiste praticamente  la Mindfulness?
Mindfulness è, nella pratica, una forma di meditazione, pertanto richiede tempo, energia, determinazione, fermezza e disciplina. Dal punto di vista dei processi mentali essa si sostanzia nel prestare, nel momento presente, attenzione a quattro elementi:

il proprio corpo, le proprie percezioni sensoriali (fisiologiche, fisiche e psicologiche appartenenti agli ampi domini del piacevole, spiacevole, misto e neutro), le formazioni mentali (ad es. la rabbia, il dolore o la compassione) e gli oggetti della mente (ogni formazione mentale ha un oggetto, si è arrabbiati con qualcuno e per qualcosa ecc…).

L’osservazione di questi elementi della propria esperienza soggettiva avviene in uno stato di autentica calma non reattiva, nel quale si accetta ciò che viene osservato per quello che è, consentendo ai cambiamenti di avvenire naturalmente, senza ostacolarli né promuoverli ed evitando la solita resistenza o il solito giudizio che causano ulteriore sofferenza.

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La Mindfulness serve a disattivare il pilota automatico, attraverso l’attenzione piena al momento in cui ogni esperienza è avvertita, lasciando semplicemente scorrere pensieri, emozioni, senza giudicarli o modificarli, osservandoli, e basta.
L’osservazione attenta e consapevole è in grado di smascherare gli automatismi, di promuovere il cambiamento e quindi, di migliorare il nostro globale stile di vita.

Migliorare la modalità di prestare attenzione permette di cogliere, con maggiore prontezza, il sorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malessere emotivo.
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Sviluppare un atteggiamento Mindfulness nella vita di tutti i giorni influisce sulla nostra capacità di padroneggiare
le situazioni difficili della vita, conferendo un maggiore potere di gestione dello stress,
dei conflitti e dei problemi ordinari e straordinari.
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Impara ad educare la tua mente, a sostituire le emozioni distruttive con modi di essere più costruttivi, che promuovono l’equanimità, l’amore e la saggezza.

I sette aspetti fondamentali dell’atteggiamento con cui ci approcciamo alla meditazione e che ci aiutano poi nella vita quotidiana sono:

  1. Non giudizio
    Quando facciamo attenzione al flusso dei pensieri della nostra mente, ci rendiamo conto di quanto giudichiamo la nostra esperienza quotidiana e ciò non aiuta a trovare una pace interiore; bisogna porsi in un atteggiamento di “testimoni imparziali” della nostra esperienza, ovvero renderci conto di questa modalità giudicante e quando un giudizio si presenta, osservarlo semplicemente.
  2. Pazienza
    Poiché la pazienza è una forma di saggezza, è importante non pretendere troppo dal nostro corpo e dalla nostra mente, ma essere pazienti, cioè essere aperti ad ogni momento ed accettarlo così  come è, sapendo che le cose maturano con il loro tempo.
  3. Mente del principiante
    Secondo Jon Kabat-Zinn, per cogliere la ricchezza del momento presente, dovremmo imparare a guardare le cose come se le vedessimo per la prima volta, senza dare nulla per scontato e lasciar cadere le aspettative sulle esperienze precedenti, restando aperti alle nuove possibilità e non assumere “l’atteggiamento dell’esperto, poichè nessun momento è uguale ad un altro.
  4. Fiducia
    La fiducia nella propria esperienza e sensazioni è fondamentale per approcciarsi ed apprendere la meditazione alla consapevolezza. Si apprenderà così ad essere se stessi e trovare in noi la propria guida, essere pienamente noi stessi. Apprendere la consapevolezza significa proprio imparare ad ascoltarci e avere fiducia in noi stessi e questo faciliterà poi l’avere fiducia negli altri.
  5. Non cercare risultati
    Di solito facciamo una cosa per raggiungere un obiettivo. Ma la meditazione alla consapevolezza, nonostante richieda energia, permette di essere completamente se stessi, senza avere l’obiettivo di “fare”, ma solo di prestare attenzione a ciò che succede in ogni istante, ad esempio se si è tesi fare attenzione alla tensione, osservandola. E’ proprio il non cercare di ottenere risultati, il miglior modo per ottenere benefici nella meditazione e con la pratica questi risultati arriveranno.
  6. Accettazione
    Questo è il presupposto fondamentale del cambiamento, che è invece spesso ostacolato dal forzare situazioni come noi vogliamo, creando in questo modo ulteriori tensioni. Accettazione non significa rassegnazione o accettare passivamente le cose o rinunciare ai propri bisogni, ma semplicemente disponibilità a vedere le cose cosi come sono, senza i nostri giudizi, in questo modo possiamo avere una più chiara visione delle cose e riusciremo ad agire meglio con più convinzione e solo così sarà possibile il cambiamento, solamente accettando noi stessi con consapevolezza.
  7. Lasciare andare
    Apprendere la pratica della consapevolezza vuol dire anche imparare a distaccarci dai pensieri, situazioni e sentimenti che la nostra mente vuole trattenere, sia che essi siano piacevoli che spiacevoli. Il non attaccarsi a questi e imparare con la meditazione a lasciarli andare è una forma di accettazione delle cose come sono al momento, li osserviamo semplicemente e ce ne distacchiamo.

I percorsi di Mindfulness ormai sono moltissimi e sono focalizzati su una moltitudine di problematiche, vai alla sezione Corsi per vedere le mie proposte.

MINDFULNESS SELF-COMPASSION

 

La Mindful Self-Compassion, (MSC) significa, in una parola, portare a noi stessi quell’attenzione, vicinanza, affetto, comprensione e compassione che ci vengono naturali nei confronti di un caro amico in un momento di forte disagio o di sofferenza. Questa attitudine, innata e quasi automatica verso gli altri, è ben più difficile da attuare quando siamo noi a trovarci in una situazione simile. Fortunatamente è una capacità che tutti possono apprendere, allenare e sviluppare.

I 3 pilastri della self-compassion sono: la gentilezza verso se stessi, il senso di comune umanità e l’attenzione consapevole (Mindfulness). La gentilezza apre il cuore alla sofferenza, in modo che possiamo darci quello di cui abbiamo davvero bisogno. Il senso di comune umanità ci apre alla connessione, così da renderci conto che non siamo soli. La Mindfulness ci apre al momento presente, per essere in grado di accettare le nostre esperienze con maggiore facilità. Tutti e 3 insieme ci consentono di essere in uno stato di presenza e di connessione, riscaldate dal cuore.

La self-compassion può venire appresa da chiunque, anche da chi non ha ricevuto abbastanza affetto nell’infanzia o da chi si sente a disagio quando è gentile o amorevole con sé stesso. Si tratta di imparare  un’attitudine coraggiosa per affrontare le nostre ferite, comprese quelle che ci infliggiamo con l’autocritica, l’isolamento e l’egocentrismo. La self-compassion ci da’ la forza per ammettere i nostri difetti, per motivarci attraverso la gentilezza, per perdonarci quando è necessario, per aprire il cuore agli altri e, di fondo,  per essere più autentici.

Numerosi studi scientifici (oltre 600) ci dicono che la self-compassion è fortemente correlata con il benessere emotivo, con minore ansia, depressione e stress, con la capacità di mantenere le abitudini salutari, come seguire una dieta o fare movimento, e con relazioni più soddisfacenti. E farlo è molto più semplice di quanto possiamo pensare!

 

 

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